Fu influenzato dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, da George Benson e soprattutto dal blues, realizzando una sintesi fra elementi musicali e linguistici diversissimi, con vena personale e sempre controllata sul piano compositivo
2) Quanno chiove Per Pino Diniele i brani in lingua napoletana più famosi hanno un significato profondo, come in questo testo inciso nel 1980 ancora per l'album Nero a metà. Non tutti sanno che quelle parole così delicate sul profilo di una donna raccontavano la giornata di una prostituta. 1) Je so' pazzo Arrivò alla fine degli anni 70, nel secondo album chiamato semplicemente Pino Daniele, e fu considerata come un testo programmaticamente volto al disimpegno. Certo la posizione politica non è netta, ma vuole esserlo? E il richiamo al disagio psichico e alla pazzia di Masaniello sono degli indicatori chiarissimi. Su come la pensava Pino, e su che direzione avrebbe preso la sua musica migliore. Luciano Viti Getty Images This content is created and maintained by a third party, and imported onto this page to help users provide their email addresses. You may be able to find more information about this and similar content at
In particolare il primo pezzo dell'album è molto orecchiabile e gira parecchio in radio. Come al solito dietro un testo divertito e scanzonato, che si richiama alla tradizione e al luogo comune ("ogni scarrafone è bello a mamma soja") ci sono riferimenti all'attualità e frecciate politiche ("questa Lega è una vergogna", "viva viva 'o Senegal" 7) Quando Pubblicata dall'artista nell'album Sotto 'o sole del 1991, fa anche parte della colonna sonora del film, uscito lo stesso anno, Pensavo fosse amore... invece era un calesse, diretto e interpretato da Massimo Troisi. "Massimo, ho scritto una canzone: mi fai un film? ": fu una delle battute di una memorabile apparizione in TV dei due artisti, nella trasmissione di Gianni Minà Alta classe. 6) Che male c'è Tratto da Dimmi cosa succede sulla terra, il sedicesimo album in studio di Pino Daniele, pubblicato il 12 marzo 1997. Siamo ormai nel cuore della seconda fase:secondo alcuni il meglio di Pino Daniele è ormai alle spalle, ma bisogna ammettere che il maggiore successo di pubblico e la notorietà che travalica i confini di chi capisce il dialetto partenopeo arrivano proprio adesso.
"Che male c'è, che c'è di male, se la mia vita ti appartiene, ed è normale. Che male c'è, che c'è di male, se chiudo gli occhi e insieme a te sto così bene" 5) Napule è Traccia di apertura del suo album di esordio Terra mia (1977), nonché lato A del 45 giri. Una poesia d'amore per la città, e insieme una denuncia dei suoi malesseri. Pino al suo meglio, anche dal punto di vista musicale. 4) Nun me scoccià Tratta dall'album Nero a metà, terzo lavoro del cantautore napoletano, rappresenta il versante più elettrico e rock del Pino Daniele dei primi tempi. Perfetto esempio di neapolitan blues, riff sanguigni d'oltreoceano e testo ruvido in dialetto. La canzone verrà inserita nelle raccolte Musica musica (1986), Napule è (2000) e The platinum collection: The early years (2008). 3) A me me piace 'o blues Idem come sopra: ma questa canzone può essere considerata alla stregua di un manifesto, umano e artistico, del cantautore partenopeo. Ritroviamo tutto le componenti principali della musica di Daniele: le radici della tradizione a cui l'autore attinge per dar forma al proprio linguaggio e l'essenza spartana del blues.
You may be able to find the same content in another format, or you may be able to find more information, at their web site. Tratta dall'album Terra mia, è un tipico pezzo degli esordi di Pino: la musica su pochi accordi ondeggia ironica; il testo è impegnato ma non serioso. Sarà un tema ricorrente della sua produzione (come dei film dell'anima gemella Massimo Troisi) prendere uno stereotipo di Napoli e rovesciarlo, mostrando quanto le piccole cose belle e l'immagine da cartolina vengano usate per non affrontare i problemi. 9) Io per lei Pino Daniele di canzoni d'amore ne ha scritte molte ma questa forse è la più famosa. Si tratta di una canzone scritta e cantata da Pino Daniele nel 1995, tratta dall'album Non calpestare i fiori nel deserto. 8) 'O scarrafone Nel 1991 esce Un uomo in blues: Pino ha avuto i primi problemi di salute e ha dovuto rallentare l'attività. Il disco da una parte rappresenta un ritorno a sonorità elettriche dopo i bellissimi album mediterranei e anticipatori della world music come Musicante e Mascalzone latino, e contemporaneamente apre il periodo di transizione verso suoni più pop.
Published on Jun 7, 2011 PINO DANIELE Cenni Biografici: Diplomatosi ragioniere, comincia la sua carriera artistica con il gruppo "Batracomiomachia", poi nel 1976 entra a far parte, come bassista, nei Napoli Centrale, dove incontra James Senese. Sempre nel 1976 Claudio Poggi, produttore della EMI Italiana, ascolta una cassetta provino con alcuni brani originali del giovane Daniele, che decide di seguire discograficamente. Già a metà anno quindi viene inciso un 45 giri contenente le canzoni Che calore (inizialmente però intitolato Ca calore, con la dicitura napoletana più marcata) e Furtunato. Terra mia, è l'album d'esordio del 1977 in cui vengono tra l'altro recuperati i brani del precedente singolo. Il disco denota il profondo legame del cantautore con la tradizione partenopea e mediterranea sia per le musiche che per i testi, i quali ricordano, talvolta, canti e usanze popolari tipicamente napoletane.
Quali sono le canzoni più belle di Pino Daniele? C'è solo l'imbarazzo della scelta, dato che ne ha fatto tante e tutte belle. Ecco le 10 più belle e famose, almeno secondo noi. Buon ascolto! Una voce unica e inconfondibile, quella di Pino Daniele, che purtroppo ci ha lasciato troppo presto. Eppure, grazie a una lunga e intensa carriera, sono tante le sue canzoni indimenticabili. Come disse un altro grande napoletano, Massimo Troisi, Pino Daniele era "un musicista che riesce a tirare fuori napoletanità e sentimento senza cadere nel folklore o nel partenopeo a tutti i costi". Un mix di blues, soul, pop e musica mediterranea, tra America, Napoli e Africa. Canzoni d'amore ma non solo, noi per ricordarlo abbiamo scelto le su 10 più belle canzoni. Buon ascolto. Le 10 canzoni più belle di Pino Daniele Je so' pazzo (1979) E' qui che nasce il "taramblù", parola che Daniele usava per definire questo mix di blues, rumba e tarantella napoletana unico e irripetibile. Un classico. Amore senza fine (1998) "Se mi guardi con gli occhi dell'amore non ci lasceremo più": attacca così, con questa frase d'amore che più potente di così non si può, questo bellissimo brano del 1998 tratto da una raccolta con i suoi successi e alcuni inediti.
Pino Daniele canzoni ne ha scritte tante, in quasi quarant'anni di carriera. Il cantante e chitarrista napoletano ha iniziato a esibirsi in pubblico a metà degli anni 70 (tra le altre cose suonando il basso nel mitico gruppo Napoli Centrale, dove conobbe il sassofonista James Senese) e ha pubblicato il primo album, Terra mia, nel 1977. Pino Daniele è morto il 4 gennaio 2015, ma il suo ultimo album in studio è Medina, del 2012. Dire quale sia la più bella canzone di Pino Daniele non è difficile, è impossibile. Ma almeno possiamo provare a stilare una top ten, bilanciando la qualità della prima produzione rock-blues in dialetto napoletano, con il successo delle canzoni più pop che, con i testi in italiano e melodie più abbordabili, da metà anni 90 in poi hanno conquistato un pubblico molto vasto. Eccovi quindi le canzoni più belle di Pino Daniele, ben sapendo che dovremo scontentare qualcuno, e che qualcosa dovremmo lasciare fuori scontentando anche noi stessi. 10) 'Na tazzulella 'e cafè This content is imported from YouTube.
Un brano dolce e amore di amore per la sua città, senza però dimenticare le contraddizioni e le difficoltà. Curiosità: è l'inno della squadra di calcio del Napoli. A me mi piace 'o blues (1980) A me mi piace il blues. Una dichiarazione d'amore e un manifesto, questa canzone, che diventerà una delle più famose del cantante. Tratta dall'album "Nero a metà". Resta quel che resta (2018) Chiudiamo con una canzone pubblicata a tre anni dalla morte del cantante napoletano. Un brano inedito composto nel 2009 ma pubblicato solo nel 2018. Resta quel che resta, e Pino Daniele, non ci sono dubbi, resterà. Le canzoni di Pino Daniele Uno degli aspetti più interessanti della musica e delle canzoni di Pino Daniele consiste nel fatto che sono entrate a diritto tra le classiche canzoni napoletane, diventando, di fatto, parte della tradizione della città. Soprattutto le canzoni composte tra gli anni '70 e '80, sono diventate immediatamente dei classici. Nonostante, o forse proprio per questo, la forte carica di innovazione e originalità rispetto alla tradizione.