Come già accennato, rischiano di essere processati per falsa testimonianza più di una trentina di testimoni. Al momento della lettura della sentenza i giudici hanno infatti annunciato di aver trasmesso alla procura le dichiarazioni rese in aula da 33 testi, destinate ora a essere analizzate e vagliate dalla magistratura inquirente. Tra loro, oltre alla maggior parte delle cosiddette 'olgettine' ospitate ad Arcore da Berlusconi, spiccano quattro esponenti del Pdl: il deputato e viceministro agli Esteri Bruno Archi, il deputato ed ex consigliere per la politica estera Valentino Valentini, la senatrice Maria Rosaria Rossi e l'europarlamentare Licia Ronzulli. C'è poi il cantante Mariano Apicella e la funzionaria della questura di Milano, Giorgia Iafrate. Secondo Ghedini l'ex premier non rischierebbe un nuovo procedimento per corruzione in atti giudiziari. Intanto a Piazza Affari Mediaset perde più di cinque punti in finale di seduta, poco dopo la lettura della sentenza di condanna.
L'interdizione è un istituto giuridico che priva interamente una persona fisica maggiorenne della propria capacità di agire, cioè di compiere atti giuridici. L'interdizione vuole tutelare coloro che non abbiano un'idoneità fisiopsichica sufficiente a renderli capaci di provvedere adeguatamente ai propri interessi: in particolare devono essere interdetti il maggiore di età e il minore emancipato i quali si trovino in condizioni di abituale infermità di mente che li rende incapaci di provvedere ai propri interessi. L'interdizione può essere promossa, con ricorso al tribunale, dal coniuge, dai parenti entro il quarto grado, dagli affini entro il secondo grado, dal tutore o curatore o dal Pubblico Ministero. Il giudice istruttore, alla presenza del Pubblico Ministero, interroga l'interdicendo e il proponente e quindi prende i provvedimenti del caso (per esempio la nomina di un tutore provvisorio). Se questi non è stato nominato, vi provvede il giudice tutelare. Il tutore sostituisce totalmente l'interdetto rappresentandolo in tutti gli atti legali sotto il controllo, peraltro, del giudice tutelare.
Ne deriva che qualora venga inflitta una pena inferiore ai cinque anni di reclusione in conseguenza dell'applicazione della detta diminuente, la condanna importa l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Cass. 11633/1992 Ai fini dell'applicazione della pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, occorre avere riguardo non alla pena totale inflitta per più reati, bensì a quella irrogata per ogni singolo reato, senza tener conto di eventuali cause estintive della pena. Cass. 5558/1992 Sia l'art. 9, D. P. R. 16 dicembre 1986, n. 865 e sia l'art. 2, D. 22 dicembre 1990, n. 394 prevedono la concessione dell'indulto solo per le pene accessorie temporanee. È, quindi, esclusa da tale beneficio, la pena accessoria della interdizione perpetua dai pubblici uffici, perché consegue di diritto, ai sensi dell'art. 29, primo comma, c. p., alle condanne alla reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni. Cass. 945/1971 La pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici consegue ope legis — a norma dell'art.