Tutto il calcio minuto per minuto è un programma trasmesso da Radio 1, in onda principalmente il sabato e la domenica dalle 14:50 alle 17:00. La trasmissione è condotta da Filippo Corsini dagli studi di Saxa Rubra in collaborazione con i radiocronisti in collegamento dai vari campi di calcio. Il programma segue in diretta il campionato di calcio di Serie A e altre serie minori Tutto il calcio minuto per minuto – Diretta Streaming Ascolta Tutto il calcio minuto per minuto in diretta cliccando play sul lettore streaming subito sotto. Tutto il calcio minuto per minuto – Podcast Potete trovare tutte le puntate disponibili di Tutto il calcio minuto per minuto a questo link. Non vengono inserite tutte ma una selezione. Se invece volete riascoltare una puntata recente, la trovate in palinsesto e basterà cliccare sul tasto Play. Chi è Filippo Corsini Classe '62, approda in Radio Rai dove è vicecaporedattore della Redazione sportiva del Giornale Radio; su Radio1 ha condotto Domenica Sport alla domenica pomeriggio e Tutto il calcio minuto per minuto al sabato pomeriggio, alternandosi talvolta con Emanuele Dotto.
Andato in onda: 14/07/2017 Visualizzazioni: Correlati mail to [an error occurred while processing this directive] TUTTO IL CALCIO MINUTO PER MINUTO dell'1. 6. 1986 Il 10 gennaio 1960 sul Programma Nazionale, che successivamente diventerà Radio1, inizia Tutto il calcio minuto per minuto. Nato su iniziativa di Guglielmo Moretti in sostituzione della Radiocronaca in diretta del secondo tempo della partita di calcio, la formula fu ampliata nel 1968 per raccontare tutti i 90 minuti dell'incontro. Punto di riferimento per intere generazioni di appassionati di calcio, la trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto detiene da decenni la leadership di ascolti nella programmazione sportiva della radio. Alla base della sua fortunata formula una serie di collegamenti tra i vari campi di calcio per la radiocronaca degli incontri del campionato italiano. La conduzione del programma fu affidata subito a Roberto Bortoluzzi, che ne rimase conduttore negli studi di corso Sempione, a Milano per ben ventotto anni.
URL consultato l'8 gennaio 2019. Il calcio perde una sua voce storica: Roberto Bortoluzzi, in Il Sole 24 ORE, 5 novembre 2007. URL consultato l'8 gennaio 2019. La scomparsa di Roberto Bortoluzzi, su Millecanali, 7 novembre 2007. URL consultato l'8 gennaio 2019. Il mondo della radio piange Roberto Bortoluzzi, su Portale Italradio. Notizie e attualità sulle radio e televisioni in italiano nel mondo, Osservatorio sulla radiofonia internazionale in lingua italiana, 6 novembre 2007. URL consultato l'8 gennaio 2019.
Ai fedelissimi bastava carpire una parola qui e una là per sapere cosa succedeva sui campi. Un boato sulla voce inconfondibile di Ciotti dall'Olimpico di Roma voleva dire che aveva segnato la squadra di casa, o la Roma o la Lazio, dipendeva dalla giornata. Il silenzio era sinonimo di gol degli avversari. Guglielmo Moretti, che aveva inventato il programma assieme a Sergio Zavoli e Roberto Bortoluzzi, lo aveva copiato da una trasmissione francese dedicata al rugby, che in Italia però raccoglieva solo pochi appassionati. Da noi "Tutto il calcio" trovò subito il modo di convivere beatamente con gli altri sport, la pallacanestro, la pallavolo, lo stesso rugby, l'hockey. Il pubblico con un occhio guardava allo stadio il derby ovale tra Petrarca e Rovigo e con l'auricolare soffriva per il Milan al Bentegodi. Oggi che la radio è stata soppiantata dalla tv, gli appassionati invece di portarsi in tasca la radiolina restano a casa davanti al televisore e spesso le tribune delle altre discipline restano mezze vuote.
Anticipa di qua, posticipa di là e spezzetta anche le briciole, di partite da giocare e da raccontare in questo pomeriggio ne sono rimaste 4. Bei tempi quando la domenica pomeriggio c'era da scegliere fra tutta la Serie A e tutta la Serie B. Ora viene quasi voglia di riproporre una vecchia e gloriosa canzone di Charles Trenet: Que reste-t-il de nos amours, que reste-t-il des ces beaux jours, già, che rimane degli amori di quei bei giorni. Ma bando alla nostalgia, perché molto è rimasto. Intanto e soprattutto il tronco dell'albero, con radici che affondano in oltre mezzo secolo di storia. D'accordo, il vento ha portato via qualche foglia, i passanti raccolgono frutti non ancora maturi – gli anticipi – o fuori stagione – i posticipi, ma la pianta è ancora eretta, ben solida e ci ricorda, seppur ce ne fosse bisogno, che il calcio è bello perché una partita di Promozione può riservare le stesse emozioni, e magari anche di più, di un incontro di Champions League. Serve una prova? Ecco allora la scaletta di questa puntata, con due partite di Lega Pro a dar manforte ai resti della Serie A.
Dal momento che decidevo io mi inviavo sempre al Tardini perché Sacchi si vedeva che era di un altro pianeta. Poi ce lo portò via il Milan... ". Un rapporto che nacque allora ed è continuato nel tempo tanto che il libro che Luzzi sta scrivendo sulla storia di Tutto il calcio porta la prefazione del ct di Fusignano. Era il 1987/88 e in Federcalcio si dibatteva della questione se autorizzare la trasmissione a fare anche i primi tempi. C'era infatti il timore che la gente poi non andasse più allo stadio. I fili delle cabine erano tirati dalla Sip e la tattica portata all'eccesso di Sacchi iniziava a dare i primi grattacapi ai radiocronisti: "Chiaro che è più semplice fare la cronaca dei contropiedi di Herrera che del tiki taka di Guardiola" sostiene Cucchi. Da lì a poco poi sono arrivate le tv che in vent'anni hanno cambiato il calcio, ci sono partite a tutte le ore e le remore sulle presenze allo stadio sono l'ultimo dei problemi. Bisogna far quadrare i bilanci e le entrate per i diritti televisivi viaggiano sul 60-65% dei fatturati delle società.
Da lì a poco Pablito diventò campione del mondo, capocannoniere del mondiale e pallone d'oro: «Mai intervista fu tanto profetica» ci dice Raffa al telefono. Ezio Luzzi è diventato famoso perché cercò in modo disperato di equiparare la B alla A. Non ci riuscì, ma di poco. Fu promosso caporedattore ma continuò a fare le radiocronache della Serie B. Celebre un suo litigio in diretta con Bortoluzzi che spiazzato da due gol in contemporanea del Palermo e da San Siro diede la precedenza al secondo perché il Milan era in A: "Eh no un gol della Serie B vale quanto un gol della Serie A" disse Luzzi in diretta. Eppure lui in B ci finì quasi per caso: "Prima la faceva Mario Gismondi che poi fu chiamato a dirigere il Corriere dello sport. E allora Moretti chiese a me che ero l'ultimo arrivato di occuparmene con la promessa che poi sarei tornato presto presto a raccontare di Juve e Inter". Ma poi Luzzi ai cadetti ci si affezionò e inciampò nel Parma nella stagione 1985/86: "Una delle più belle squadre mai viste in Serie B.
Quando iniziò la trasmissione, tutte le partite si giocavano di domenica; poi, con l'arrivo delle "TV a pagamento" e la suddivisione in anticipi e posticipi, si è dato vita a un "calcio spezzatino", che ha frammentato le gare del Campionato. Nel corso di questi sessant'anni, ci sono stati alcuni cambiamenti nella trasmissione. Lo sponsor, che inizialmente sostituiva la sigla di apertura, era un'azienda produttrice di alcolici, eventualità oggi proibita dalla legge. Inoltre, si poteva ascoltare soltanto il racconto del Secondo tempo delle partite trasmesse, per il timore che la gente disertasse gli Stadi; comunque, anche oggi è diffusa l' abitudine di portare con sè una radiolina allo Stadio, in modo da poter capire meglio le azioni di gioco, ma anche per conoscere i risultati delle altre partite. Dal 1983 al 1988, e dal 1997 ai giorni nostri, la sigla è quella composta da Herb Alpert e dai Tijuana Brass, le cui note di tromba di "A taste of honey" calzano perfettamente con l'apertura. I conduttori della trasmissione sono stati Roberto Bortoluzzi, Massimo De Luca e Alfredo Provenzali, prima che il testimone passasse a Filippo Corsini.
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Come ricordato nel 2010 dall'allora caporedattore dello sport di Radio Rai (e voce storica di Tutto Il Calcio) Riccardo Cucchi nella puntata celebrativa dei 50 anni realizzata all'interno del programma radiofonico Zona Cesarini, tre sono i campi collegati in quella prima storica puntata: Milano per Milan-Juventus con Nicolò Carosio, Bologna per Bologna-Napoli con Enrico Ameri, e Alessandria per Alessandria-Padova con Andrea Boscione. Dai campi non collegati le variazioni di punteggio vengono comunicate da Bortoluzzi dallo studio centrale, mentre la prima interruzione da parte di un radiocronista per segnalare un goal in diretta sarà di Enrico Ameri per segnalare una delle due reti di Enrico Manfredini con cui la Roma batterà in trasferta l'Inter a San Siro il 10 Aprile 1960 (3-1 il punteggio finale). Da quel momento in poi ciascun radiocronista collegato (in caso di rete segnata sul proprio campo) potrà intervenire in diretta per segnalare la variazione di punteggio. Fin da subito la trasmissione riscuote un grandissimo successo tra gli appassionati di calcio al punto che in breve tempo la radio diventa la compagna ideale con cui poter seguire le partite nel caso in cui non fosse stato possibile andare allo stadio.