Quello che e� passato e� come se non ci fosse mai stato. Il passato e� un laccio che stringe la gola alla mia mente e toglie energie per affrontare il mio presente. Il passato e� solo fumo di chi non ha vissuto. Quello che ho gia� visto non conta piu� niente. Il passato ed il futuro non sono realta� ma solo effimere illusioni. Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacche� non esiste altro tempo questo meraviglioso istante. Solo un mano d'angelo intatta di s�, del suo amore per s�, potrebbe offrirmi la concavit� del suo palmo perch� vi riversi il mio pianto. La mano dell'uomo vivente � troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri, � troppo ricolma di vita e di plasma di vita! Non potr� mai la mano dell'uomo mondarsi per il tranquillo pianto del proprio fratello! E dunque, soltanto una mano di angelo bianco dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa. O il veleggiare del tuo caldo pensiero sopra la mia parola e il tuo dormire selvaggio accanto al mio seno vivo; o l�adombrarsi della primavera quando cade il suono del seme sulla terra feconda di parola.
Biografia • Più bella della poesia Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931. Minore di tre fratelli, le condizioni della famiglia sono modeste. Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza"; chiede di essere ammessa presso il liceo Manzoni, ma - sembra incredibile - non supera la prova di italiano. In questi anni dedica molto tempo anche allo studio del pianoforte. Spinta da Giacinto Spagnoletti, suo vero scopritore, esordisce come autrice alla tenera età di quindici anni. Spagnoletti sarà il primo a pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce". Nel 1947 incontra quelle che definirà come " prime ombre della sua mente ": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno. Nel 1951, anche su suggerimento di Eugenio Montale, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite di Alda Merini in " Poetesse del Novecento". In questo periodo frequenta per interesse di lavoro ma anche per amicizia Salvatore Quasimodo.
"Illumino spesso gli altri ma io rimango sempre al buio. "
Ma la citt� � triste perch� nessuno pensa che i fiori del Poeta sbocciano per vivere molto a lungo per le vie anguste della grazia. Alda Merini, da "Alla tua salute, amore mio"... Amore, vola da me con l'aeroplano di carta della mia fantasia, con l'ingegno del tuo sentimento. Vedrai fiorire terre piene di magia e io sar� la chioma d'albero pi� alta per darti frescura e riparo. Fa' delle due braccia due ali d' angelo e porta anche a me un po' di pace e il giocattolo del sogno. Ma prima di dirmi qualcosa guarda il genio in fiore del mio cuore. Accarezzami, amore, ma come il sole che tocca la dolce fronte della luna. Non venirmi a molestare anche tu con quelle sciocche ricerche sulle tracce del divino. Dio arriver� all'alba se io sar� tra le tue braccia. Sono folle di te, amore che vieni a rintracciare nei miei trascorsi questi giocattoli rotti delle mie parole. Ti faccio dono di tutto se vuoi, tanto io sono solo una fanciulla piena di poesia e coperta di lacrime salate, io voglio solo addormentarmi sulla ripa del cielo stellato e diventare un dolce vento di canti d'amore per te.
Alda Merini è nata a Milano il 21 marzo 1931 e la sua famiglia è composta dal padre, funzionario delle Assicurazioni Generali Venezia, dalla madre casalinga, da una sorella maggiore e un fratello minore. Compie gli studi superiori all'Istituto Professionale Laura Solera Mantegazza e, contemporaneamente, si dedica allo studio del pianoforte. Inizia a comporre le prime liriche a quindici anni e il primo, autentico incontro con il mondo letterario avviene l'anno successivo, quando con l'aiuto di un'amica, sottopone alcune delle sue poesie a Angelo Romanò che, a sua volta, le fa leggere a Giacinto Spagnoletti, critico letterario, poeta e romanziere tuttora considerato il primo scopritore della poetessa. Nel 1947 Alda Merini inizia a frequentare la casa di Spagnoletti, dove conosce, fra gli altri, Giorgio Manganelli che fu un vero maestro di stile per lei, oltre che suo primo grande amore che visse con lei il manifestarsi dei primi sintomi di quella che sarà una lunga malattia. La poetessa in erba viene internata per un mese nella clinica Villa Turro, periodo di confronto dei due giovani innamorati con tragedia della malattia mentale e della follia, che diventerà uno degli elementi base della prima opera di Manganelli "Hilarotragoedia".