Si presume che in origine negli occhi ci fossero inserti in avorio, che le sopracciglia fossero rivestite in argento e che le labbra e i capezzoli fossero rivestiti in rame. Una moneta di Sybaris con Poseidone che scaglia in tridente. Una moneta di Petelia con Zeus che scaglia la saetta (notare la diversa posizione del braccio). Omaggi e citazioni [ modifica | modifica wikitesto] Il volto compare su un francobollo greco da 0, 10 € emesso nel 2007 [2]. Nel 2015 le poste greche hanno dedicato all'intera scultura un francobollo da 0, 47 € [3]. Note [ modifica | modifica wikitesto] Bibliografia [ modifica | modifica wikitesto] Ranuccio Bianchi Bandinelli, Enrico Paribeni, L'arte dell'antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9. Nicola Bonacasa (a cura di), Lo stile severo in Grecia e in Occidente: aspetti e problemi, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1995, ISBN 978-88-7062-882-1. Carlo Bertelli, Antonella Coralini; Andrea Gatti, La storia dell'arte: dalle origini all'età carolingia, Milano, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, 2010, ISBN 978-88-424-4664-4.
Davvero meraviglioso, mi lasci senza parole! La posa è fantastica, ricorda un po' quella dello Zeus/Poseidone di Capo Artemisio, ma molto più dinamica! Mi piace soprattutto come si inarca il busto! E il coloring è bellissimo, la resa della luce è fenomenale♥
Se osservata frontalmente al corpo la prospettiva restituisce una struttura molto diversa da quella che si ottiene ponendosi di fronte al volto. La struttura Il corpo si trova in una posizione detta "a chiasmo". Infatti, la parola deriva dalla lettera greca "X" (Chi). Le gambe sono poi aperte a forbice e le braccia estese in diagonale. Nel complesso, infine, assume una posizione molto equilibrata. Per i greci l'equilibrio di una scultura rappresentava importanti qualità morali. Articolo correlato Danae di Rosso Fiorentino © ADO – – Tutti i diritti riservati. Approfondisci Bibliografia Ranuccio Bianchi Bandinelli ed Enrico Paribeni, L'arte dell'antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9 Giuliano A., Storia dell'arte greca, Carocci, Roma, 1998. ISBN 88-430-1096-4 Photini N. Zaphiropoulou, Capolavori della scultura greca antica, Ist. Poligrafico dello Stato Collana: Archeologia, 2007, EAN: 9788824011358 Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università; Nuova Edizione edizione (1 ottobre 2013), ISBN-10: 8861842968 ISBN-13: 978-8861842960 Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte.
Vediamo ora altre due statue greche in bronzo giunte fino ai nostri giorni in ottimo stato. L' auriga di Delfi è stato ritrovato durante gli scavi nel santuario di Delfi, in Grecia. La statua era probabilmente collocata su un carro tirato da cavalli, del quale si conservano solo pochi frammenti. L'auriga indossa una lunga veste cinta in vita, nella mano destra tiene le redini e attorno al volto ha la benda del vincitore. Gli occhi sono in pietra dura e le ciglia in rame, mentre i capelli, in riccioli, sono finemente disegnati. Il cosiddetto Zeus di Capo Artemisio è stato ritrovato in mare, come i Bronzi di Riace, e ora è esposto al Museo nazionale di Atene. È stato identificato come Zeus, o come il dio Nettuno con il tridente, o ancora come un atleta che lancia il giavellotto. Da notare è la posizione in movimento e il viso incorniciato dalla barba e dalla capigliatura finemente lavorate.
Zeus di Capo Artemisio è una statua di epoca arcaica ritrovata nel 1926 e conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Atene. Calamite o bottega, Zeus di Capo Artemisio (Cronide di capo Artemisio), 470-480 a. C, bronzo, h 209 cm. Atene, Museo Archeologico Nazionale Descrizione della scultura intitolata Zeus di Capo Artemisio La statua di Zeus di Capo Artemisio raffigura un nudo di uomo. Il dio è in posizione eretta e il volto è girato verso la sua sinistra. Inoltre, valutando la posizione delle braccia sembra lanciare un oggetto. Il suo aspetto è quello di un uomo maturo. Il viso, poi, è incorniciato da una barba lunga e folta. Invece, i capelli sono corti, ricci, molto aderenti al capo e disposti in file ordinate. Il viso di Zeus è inespressivo, presenta zigomi sporgenti e naso accentuato. Inoltre, le orecchie sono piccole e libere dai capelli. Infine, il suo sguardo pare concentrato nell'azione. Il busto è frontale e descritto nella sua muscolatura di persona robusta. Sono molto evidenti i pettorali, gli addominali, i fianchi e anche i dentati.
Il peso del corpo è sulla gamba sinistra e con quella destra, invece, cerca di darsi la spinta. Le braccia sono entrambe distese all'altezza delle spalle e il volto è ruotato sempre verso sinistra fissando un obiettivo. Il braccio sinistro è nell'atto di prendere la mira e quello destro è teso indietro, ma non è chiaro cosa la statua dovesse tenere nella mano destra, forse un fulmine oppure un tridente (si tratterebbe quindi di una figura di Zeus o, rispettivamente, di Poseidone, entrambi figli di Crono, da cui il nome Cronide), o qualcos'altro. Il volto barbuto e con l'acconciatura finemente cesellata è tipico delle statue di divinità. Lo scultore voleva indicare movimento dinamico, con l'apertura delle gambe, detta a "forbice", restando attento all'equilibrio compositivo, che per i greci stava a simboleggiare qualità interiori. Braccia e gambe nel complesso formano un chiasmo, ovvero una figura simile alla lettera chi dell' alfabeto greco ( χ), secondo una modalità compositiva assai in voga nel periodo arcaico; rispetto a atleti precedenti è chiaro però come il Cronide sondi maggiormente lo spazio circostante con la posa aperta, sebbene sia ancora prevalente una visione di tipo frontale.