Intorno alla triste morte di Daniele Nardi e Tom Ballard c'è anche la questione del recupero dei corpi, con la decisione finale da parte delle due famiglie Tom Ballard e Daniele Nardi sono i due alpinisti morti sul Nanga Parbat, rompendo il loro sogno di conquistare e passare indenni dallo Sperone Mummery. Ma cosa hanno deciso le famiglie in merito al recupero dei corpi? La proposta di Simone Moro Simone Moro, amico di Nardi e alpinista di fama mondiale nei giorni scorsi si era prestato volontario per il recupero dei corpi sul Nanga Parbat dei due alpinisti. Una decisione che avrebbe preso dopo una richiesta da parte del fratello di Daniele, sul desiderio di potergli dare una degna sepoltura. Intorno a questa dichiarazione si è creato un caos social molto aspro con la conferma da parte della famiglia, di non aver mai chiesto l'aiuto di nessuno. Oltre questo si pone un'altra questione in tema di sicurezza: non sembra infatti possibile raggiungere quello Sperone viste le tante valanghe e le condizioni atmosferiche accompagnate da una temperatura continuamente sotto lo zero.
Txikon è sicuro che i due siano agganciati alla corda fissa e dice che quella nella foto che ha fatto non è la loro tenda, ma uno sperone di roccia. «Col telescopio ho visto perfettamente che la corda è tesa, per il peso dei corpi». Secondo questa ricostruzione Nardi e Ballard sarebbero morti già domenica 24 febbraio, in discesa da quota 6300 metri circa dopo aver messo le corde fisse. L'ultima comunicazione ufficiale dello staff di Nardi dice che stavano rientrando a campo 4. Diversa la versione della moglie di Nardi a cui il marito avrebbe detto di essere già al campo. Nell'aggiornamento della pagina Facebook di Daniele Nardi del 9 marzo, il giorno in cui le ricerche si sono chiuse, si legge: «Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat». Né la famiglia di Ballard né quella di Nardi hanno chiesto che i corpi siano recuperati. Il fratello di Nardi è andato a Islamabad per recuperare i suoi oggetti personali dal campo base.
Moro ha ammesso di essere stato contattato da persone vicine ai due alpinisti, le quali avrebbero chiesto la fattibilità di un ipotetico intervento di recupero e, secondo quanto dichiarato da Simone Moro, questo intervento sarebbe difficile ma tecnicamente fattibile. Proprio nell'eventualità che si procedesse al tentativo, era stata aperta una raccolta fondi che ha racimolato più di 150 mila euro. Con la mancata autorizzazione delle due famiglie coinvolte, è possibile che questa somma di denaro venga devoluta per aiutare le scuole pakistane e altri aiuti umanitari nei quali Daniele era molto attivo. Daniele e Tom Ballard, Simone Moro: ''Se serve parto domani'' Moro ha risposto a chi ha considerato inopportuna la sua proposta, che recuperare i corpi in sicurezza sarebbe possibile oltre che importante dal punto di vista umano ma non solo, anche per quanto riguarda i numerosi aspetti economici e giuridici. Infine, ha ribadito la sua disponibilità: ''Se serve parto domani". Segui la nostra pagina Facebook!