Zuppi è il primo esponente della Comunità di Sant'Egidio a ricevere la porpora. Romano di Roma, figlio di Enrico, storico direttore dell'Osservatore della Domanica, è, da parte di madre, pronipote del cardinale Carlo Confalonieri. Con lui il Pontefice per la prima volta concede la porpora ad una delle sedi considerate tradizionalmente cardinalizie della Penisola (non lo ha fatto – almeno finora - con Torino, Milano, Venezia e Palermo). Sedi che hanno in passato già ricevuto la porpora sono anche L'Avana (due volte), Jakarta (una volta) e Kinshasa (gli ultimi tre arcivescovi). Mentre è la prima volta che la berretta arriva in Lussemburgo, in Marocco e a Huehuetenamgo (ma nell'arcidiocesi della capitale guatemalteca – per altro vacante dal febbraio 2018 – ci sono stati già due cardinali). Papa Francesco ha annunciato anche la creazione di tre porporati ultraottantenni e quindi senza diritto di voto, tra di essi un missionario italiano. Si tratta dell'arcivescovo inglese Michael Louis Fitzgerald, padre bianco, 82 anni, presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso dal 2002 al 2006 quando fu inviato nunzio in Egitto, del gesuita lituano Sigitas Tamkevicius, 81 anni a novembre, dal 1996 al 2015 arcivescovo di Kaunas e di Eugenio Dal Corso, originario del veronese dell'Opera don Calabria, 80 anni di cui 11 trascorsi in Argentina, arcivescovo emerito di Benguela in Angola dove è rimasto come semplice missionario.
Per quanto riguarda l'Italia, e in particolare la Curia romana, c'è un'altra assenza molto significativa: quella di monsignor Nunzio Galantino, ex segretario della Cei, attualmente presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Indicativa, invece, è la scelta dell'unico sacerdote che Bergoglio ha voluto nominare cardinale elettore: il gesuita Michael Czerny, sottosegretario della sezione migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. Oltre a Zuppi e padre Czerny, gli altri nuovi porporati elettori sono: Miguel Angel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso; José Tolentino Mendonça, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa; Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo di Giacarta; Juan de la Caridad García Rodríguez, arcivescovo di San Cristóbal de la Habana; Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa; Jean-Claude Höllerich, arcivescovo di Lussemburgo; Alvaro L. Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenamgo; e Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat.