di tonypolster 7 stelle Godibilissimo, con un Dorelli in forma e una Bouquet, giovane ma già bella. Azzeccata trasposizione cinematografica del romanzo di Piero Chiara, buono l'accostamento mondo provinciale-varesino e location cittadina-parigina. C'è davvero uno spirito autenticamente boccaccesco che si respira nel film - come nel romanzo - denso di equivoci e situazioni ispirate dal tema del doppio. Chiudi Ti è stata utile questa recensione? Utile per 1 utenti. chiudi Per te? Sì Commenta Per poter commentare occorre aver fatto login. Se non sei ancora iscritto Registrati Torna indietro
13 dicembre 2016 Giuliano Galletti Scrittore tra i più cordiali e affabili del Novecento, Piero Chiara (1913-1986) ebbe coi suoi romanzi e racconti un meritato successo specie tra gli anni Sessanta e i Settanta. Il cappotto di astrakan, del 1978, rappresenta molto bene il suo mondo narrativo e le sue qualità di piacevole intrattenitore e insieme raffinato disegnatore di stati d'animo e sentimenti. Siamo nel 1950 a Luino, il piccolo centro sul Lago Maggiore dove l'autore ambienta quasi tutti i suoi romanzi. Il protagonista, che racconta la storia in prima persona, decide di lasciare per qualche tempo la provincia e recarsi a Parigi. Con questo viaggio cerca nuove esperienze con cui farsi bello al ritorno: un soggiorno parigino « poteva dare gloria per tutta la vita anche a un tipo qualunque, solo che avesse saputo raccontare le sue gesta, immancabili, perché nessuno poteva vivere a Parigi senza capitare dentro casi e vicende degne di venir raccontate ». A Parigi, il protagonista conosce due donne.
In realtà entrambe le donne scorgono nel protagonista il riflesso di un'altra persona. Lo scopriamo quando la signora Lenormand gli lascia usare un bel cappotto in pelliccia di astrakan appartenuto a Maurice. Valentine, vedendolo con questo indumento, appare stupita, e finisce poco per volta col rivelargli il motivo: Maurice era il suo fidanzato. E non è affatto in Indocina: si trova in prigione dopo aver compiuto rapine e furti d'opere d'arte. E una sera, all'improvviso, Maurice torna: fa irruzione nella sua camera, ora occupata dal protagonista, prende una gran somma di denaro che teneva nascosta nell'imbottitura di una poltrona, e scappa. Il nostro protagonista decide irrazionalmente di fuggire, subito, e torna in Italia. Dai giornali viene a sapere che Maurice è stato arrestato: dopo essersi recato a prendere Valentine a casa, ha cercato di raggiungere il sud ma è stato denunciato da un camionista. Il protagonista è ripreso dalla vita di provincia, e i suoi racconti delle esperienze parigine hanno molto successo tra gli amici.
". tutti pubblicati, unitamente alle altre opere principali, negli Oscar Mondadori. Approfondisci 1. Note legali
Continua, con sommo piacere, la lettura di quei romanzi un po' dimenticati dagli editori e dalla critica i cui autori – spesso - sono da considerare tra i grandi della nostra letteratura del '900. E' la volta del "Cappotto di astrakan" scritto da Piero Chiara nel 1978, lo scrittore di Luino, in provincia di Varese, che in tutte le sue opere raccontò quella provincia lombarda, un po' sonnacchiosa e oziosa, affacciata sulle rive del lago Maggiore. Egli, evidentemente, si sentiva parte integrante di quel territorio, dove trascorse gran parte della sua esistenza, tant'è che i protagonisti che incontriamo nelle pagine dei suoi libri sembrano davvero le sue controfigure, ossia personaggi solitari e disincantati, amanti dell'ozio e dei ritmi lenti e abitudinari che solo la provincia sa restituire. Ma il provinciale che viveva su lago Maggiore, ogni tanto, amava anche fare un viaggio all'estero, abbandonare momentaneamente il tran tran della periferia, le certezze in cui era immerso tutti i giorni, non fosse altro che per poter raccontare agli amici rimasti al paese – al ritorno - le bellezze viste e le avventure vissute in terra straniera; ma anche per suscitare la loro invidia e, soprattutto, per darsi una certa importanza, soddisfacendo così quell'innato bisogno di vanità.
Il regista cerca sempre di mantenere lo stile raffinato ed elegante senza mai cadere nel banale. Dorelli si dimostra davvero un bravo attore. Nicolai ne firma la fine e armoniosa colonna sonora. Non male. • MOMENTO O FRASE MEMORABILI: L'arrivo in Francia; Il gatto; Il Cappotto di Astrakan indossato dal doppio di Dorelli!
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il cappotto di astrakan Autore Piero Chiara 1ª ed. originale 1978 Genere romanzo Lingua originale italiano Preceduto da Le corna del diavolo e altri racconti, Mondadori, 1977, pp. 202 Seguito da Helvetia salve!, Casagrande, 1981 Modifica dati su Wikidata · Manuale Il cappotto di astrakan è un romanzo di Piero Chiara uscito nel 1978 per i tipi di Arnoldo Mondadori Editore. Romanzo ambientato a Parigi negli anni del secondo dopoguerra, come in molte opere dello scrittore luinese, le storie dei personaggi coinvolti si intrecciano sullo sfondo di un universo provinciale ( Luino, il Lago Maggiore), per poi dispiegarsi in un'epica storia d'amore, sesso, galera e tradimenti, nella capitale più amata degli anni cinquanta: Parigi. L'elemento autobiografico è molto forte: quand'era ragazzo, dopo il collegio, e prima di diventare un impiegato giudiziario, aveva compiuto il proprio apprendistato esistenziale in Francia, a Nizza, a Lione e poi proprio a Parigi.
Descrizione: Mondadori, 1978. Rilegato. Condizione: Usato ottimo. Ril. tela ed. con sovrac. con leggeri strappi e mancanze in-8 - pp. 190 - firma di proprieta alla prima pagina bianca - terza ed. coeva alla prima Lingua: Italiano. Codice articolo 7615 Informazioni sul venditore | Contattare il venditore 2. Descrizione: CLUB DEGLI EDITORI, MILANO, 1978. Condizione: BUONO USATO. ITALIANO Legatura editoriale, segni del tempo alla copertina, velature di polvere, abrasioni ai margini e cerniere, mende alle cuffie, interno come nuovo, buone le condizioni complessive. Numero Pagine 190. Codice articolo ZF2763-176D 5. Descrizione: ARNOLDO MONDADORI EDITORE, MILANO, 1978. IED. Scrittori italiani e stranieri ITALIANO Legatura editoriale in cartoncino rigido telato, con titolo in oro al dorso. Sovraccoperta illustrata con alette, con alcuni strappi e mancanze. Pagine lievemente brunite, come i tagli, in buonissimo stato. Codice articolo ZV0239-162C 13. Descrizione: MONDADORI, CLES, 1978. IIED. Scrittori italiani e stranieri ITALIANO Rilegatura editoriale cartonata, scolorita al dorso ed ai bordi, sovraccoperta illustrata, ingiallita, con segni di usura e strappetti ai bordi, pagine brunite attorno ai testi, bruniti anche i tagli, all'interno fascetta editoriale ripiegata Numero Pagine 190.
Dusso 20/8/11 18:26 - 1534 commenti Insomma. Un misurato Dorelli (anche troppo) in una storia non proprio ben architettata. Non resta molto, a parte una certa professionalit� di fondo e la bellissima Carole Bouquet. Il tutto � gradevole per carit�, ma � un po' pochino. Vicario ha fatto di meglio. Victorvega 13/1/16 0:17 - 279 commenti Il mio giudizio pu� risultare condizionato dal fatto di aver prima letto il libro. La conseguenza � che cos� vengono evidenziate la sintesi cinematografica e le sottrazioni alla storia. In ogni caso il film � elegante e sufficiente, di maniera. Gli attori sono bravi. Buona prova di mestiere. Trovo un po' "tirate via" due scene (che tra l'altro sono inventate rispetto al libro): quella in manicomio e quella del treno di ritorno. Sufficiente. Liv 11/2/15 14:57 - 237 commenti Adattamento dal romanzo di Piero Chiara. Si tratta di cinema, perci� vi � l'esigenza di abbreviare e di rendere pi� spettacolare. La trama da una parte � alleggerita, dall'altra � arricchita da situazioni ancora pi� piccanti e avventurose e persino pi� romanzesche, come il fatto che la protagonista sia pittrice di copie, cos� come il protagonista � la copia dell'antagonista e come il fatto che il nostro eroe sia tenuto d'occhio dalla polizia.