Tra queste, permettetemi di ricordare l'infaticabile Mons. Ettore De Filippo, che vediamo sempre vicino al nostro papa Giovanni Paolo II, in eloquenti foto che tracciano la storia della Fondazione. Per parte nostra, l'abbiamo sempre difesa, soprattutto in un momento critico, quando abbiamo organizzato quella celebre marcia, nel settembre del 2010, che ha permesso a noi tutti di superare precisi momenti critici. In questi anni, la Fondazione è cresciuta, sempre seguita dall'Università Cattolica di Milano. Si è articolata con saggezza, anche sul piano giuridico. Ha affrontato momenti difficili sul piano economico e finanziario, superandoli con decisione. Ha prestato sempre il suo servizio ai più umili, con grande tenerezza di tratto e qualità di intervento clinico. E questo, grazie sia alla vicinanza del territorio che alla tenacia di un lavoro di squadra, ben coordinato dall'alto, che ci onora e che ci permetterà di superare anche questo difficile momento, che ci vede allarmati, tutti, per il dramma del Corona Virus, ma che vi trova già pronti per affrontare prevedibili delicate emergenze sanitarie.
Una donna al vertice della Cattolica di Campobasso. Il Consiglio di amministrazione della Fondazione "Giovanni Paolo II" ha nominato Celeste Condorelli nuovo direttore generale, che dal 9 settembre prenderà il posto che fino al 12 luglio ricoperto Zappia. Napoletana dopo la laurea in Economia va a New York per un diploma di Financial managment e poi a Milano. «Impegnata nel mondo della finanza e della sanità – le parole del nuovo dg della Cattolica in una intervista di qualche tempo fa – pensavo di non tornare, ma nel 2006 è venuta a mancare mia madre, amministratore delegato della Clinica Mediterranea così, i soci, date le mie precedenti esperienze in sanità come responsabile del Dipartimento di programmazione, acquisto e controllo dell'Asl Milano 1, consulente nella KPMG e come dirigente del gruppo Humanitas a Milano, mi hanno chiesto di prendere il suo posto». A capo della più grande struttura privata accreditata per acuti in Campania, la dottoressa Condorelli resta per oltre dieci anni durante i quali promuove un profondo riassetto tecnico, scientifico ed organizzativo con particolare focus sulle aree di programmazione sanitaria ed operativa.
Il valore che viene quotidianamente posto al centro dell'operare è, fin dalle origini, l'integrità della persona, i suoi bisogni di cura espressi e inespressi, offrendo un ambito di relazione, di umanità col paziente e la totalità delle sue fatiche e delle sue fragilità. di seguito la lettera dell'arcivesco Mons. GianCarlo Bregantini Gentilissima dottoressa Celeste Condorelli, Amministratrice Delegata. Sono lieto di poter gioire con voi tutti, pur se a distanza, vista l'emergenza sanitaria in atto, a causa del Corona Virus. Ecco il testo che rivolgerei ai nostri collaboratori: Carissimi fratelli e sorelle, come Vescovo, a nome dell'intera diocesi di Campobasso-Bojano, partecipo con gioia alla vostra festa che vivete in quest'occasione, a ricordo del 19 marzo 1995, per la posa della PRIMA PIETRA, con la presenza di papa Giovanni Paolo II. E' stata una sfida grande poter avere proprio qui, nella nostra piccola regione, questo prezioso dono. Vi hanno contribuito una serie di persone, a vari livelli (sociale, politico e comunitario) che si sono fortemente impegnati per portare a compimento questo progetto, nella gioia e nella crescita dell'intera Regione.