Bisogna però osservare che il Secondo Testamento non ne parla, così come i padri greci e latini. Le prime notizie della Sindone risalgono solamente al 1353, quando nella chiesa di Lirey, in Francia, venne esposto al pubblico come reliquia della morte di Gesù. La Sindone arrivò a Torino nel 1578 per volontà dei Savoia, ai quali era stato ceduto nel 1452 da Margherita di Charny. Dal 1983 la Sindone è proprietà della Santa Sede, donata per volontà di Umberto II di Savoia.
Solo chi aveva condotto le analisi si ostinava a difenderlo, ovviamente insieme ai negatori dell'autenticità, gente che ha per la Sindone un rifiuto aprioristico, per partito preso. Fra i sindonologi ci sono molti scienziati, anche non cattolici, che avevano giudicato l'angolo del prelievo non rappresentativo dell'intero lenzuolo per le manipolazioni subite, oltre a tutte le altre vicissitudini attraversate dalla reliquia. Fra le varie ricerche condotte in merito spicca quella del chimico Raymond Rogers che ha dimostrato come quell'angolo sia stato addirittura rammendato. ( Emanuela Marinelli) Altri progetti [ modifica]
La Sindone � un lenzuolo di 4 metri e 36 per 1 metro e 11 che reca impressa un'impronta umana dalla tradizione attribuita a Ges� Cristo. Secondo alcuni il telo avrebbe avvolto il corpo di Ges� dopo la sua morte. Custodito nel Duomo di Torino dal 1578, si tratta forse dell'oggetto pi� studiato al mondo da ogni branca possibile del sapere: dalla storia alla chimica, dalla numismatica alla palinologia, dall'archeologia all'informatica. La datazione al radiocarbonio eseguita sul tessuto in tre laboratori di fama internazionale nel 1988 ha determinato che il lenzuolo risale al XIV secolo e, di conseguenza, non pu� che essere un artefatto. La Sindone di Torino compare in Europa per la prima volta nel medioevo, in sintonia con i risultati della radiodatazione, e uno dei primi documenti che ne parla risale al 1389: si tratta di un memoriale del vescovo Pierre d'Arcis al papa Clemente VII in cui si racconta dell'indagine compiuta dal suo predecessore Henri de Poitier. Il vescovo aveva denunciato la pretesa del decano di allora di presentare il telo come il vero Sudario di Cristo per fini di lucro e aveva spiegato come, in seguito a un'indagine, fosse anche stato scoperto il falsario che ammise che il telo "era fatto per opera umana, non miracolosamente prodotto o concesso".