Su cosa sono d'accordo (e su cosa no) Pd e 5 Stelle
N on ama i social e sui migranti promette discontinuità. Ritratto del nuovo ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, la "donna forte" del governo Conte bis Non ha nemmeno un account social, la nuova ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, e questa è già una svolta se si pensa alla sbornia online di Matteo Salvini dell'ultimo anno e mezzo. Nome a sorpresa dell'esecutivo giallorosso, la potentina Lamorgese, classe 1953, arriva al Viminale per scelta tecnica e non politica. Consigliere di Stato dalla fine del 2018, è stata la prima donna prefetto di Milano, dopo aver ricoperto la stessa carica a Venezia. «L'epoca in cui Platone si chiedeva "Sarà tempo che le donne governino? " è storia passata» disse Lamorgese insediandosi. Ha fatto carriera al Viminale Il suo percorso, da funzionario degli Interni a prefetto e infine a ministro, è molto simile a quello di Annamaria Cancellieri, che aveva lo stesso ruolo nel governo Monti. Lamorgese è arrivata agli Interni nel 1979: direttore per le Risorse umane presso il dipartimento Affari interni, capo del dipartimento per le Politiche del personale civile e per le Risorse, infine capo di gabinetto del ministro Angelino Alfano tra il 2013 e il 2017.
Nata a Potenza l'11 settembre 1953, è coniugata e ha due figli. È in possesso del diploma di laurea in Giurisprudenza ed è abilitata all'esercizio della professione di avvocato. Entrata in carriera nel marzo 1979, è stata promossa alla qualifica di viceprefetto ispettore a decorrere dal 1° gennaio 1989 e a quella di viceprefetto dal 1° gennaio 1994. Anteriormente alla nomina a prefetto, ha prestato servizio presso le seguenti sedi: - prefettura di Varese; - direzione generale per l'Amministrazione generale e per gli Affari del Personale, dal dicembre 1980, dove ha prestato servizio dapprima presso la divisione Affari generali e quindi, dal dicembre 1985, presso l'ufficio Studi per l'Amministrazione generale e per gli Affari legislativi; - ufficio centrale per gli Affari legislativi e le Relazioni internazionali, dall'ottobre 1996, dove è stata direttore dell'ufficio Ordinamento della Pubblica Amministrazione. Nominata prefetto il 28 luglio 2003, ha svolto le seguenti funzioni: direttore centrale per le risorse umane presso il dipartimento per gli Affari interni e territoriali; vice capo dipartimento per l'espletamento delle funzioni vicarie presso il dipartimento per le Politiche del Personale dell'Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, dal 4 agosto 2008; vice capo di Gabinetto per l'espletamento delle funzioni vicarie, a disposizione ai sensi della L. n.
Sposata e madre di due figli, è stata direttore centrale per le Risorse umane presso il Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, ricoprendo numerosi incarichi presso gli uffici centrali del ministero prima di diventare, nel 2010, prefetto di Venezia. E' stata poi capo del Dipartimento per le politiche del personale dell'amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, dal 10 gennaio 2012 al giugno 2014. Dal 19 luglio 2013 è stata nominata capo di Gabinetto del ministro Angelino Alfano. Cambia il Governo, arriva Marco Minniti all'Interno e nel 2017 viene spostata a Milano per assumere il ruolo di prefetto. In quel ruolo 'cancella' una serie di ordinanze anti-migranti varate da alcuni Comuni a guida leghista. "Vediamo sindaci che non sempre fanno la loro parte e io dico loro che è importante accettare la diversità, che è ricchezza e procedere con l'integrazione", commenta. Al momento del commiato dalla prefettura milanese, insieme al sindaco Giuseppe Sala e al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, aveva voluto essere presente anche il ministro Matteo Salvini.
Luciana Lamorgese prenderà il posto di Matteo Salvini al Viminale. Chi è il nuovo ministro dell'Interno? DISCONTINUITÀ Nel segno della "discontinuità" sui temi della sicurezza e immigrazione, è stato scelto un nome tecnico capace di tracciare un netto confine con la politica del precedente ministro. Ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese, ora è consigliere di Stato, dall'ottobre 2018. Proviene dalla prefettura di Varese, e ha anche ricoperto ruoli nel ministero dell'Interno, nella direzione generale per l'amministrazione generale e per gli affari del personale e all'ufficio centrale per gli affari legislativi e le relazioni internazionali. IMMIGRAZIONE E SICUREZZA Classe 1953, nel 2010 Luciana Lamorgese, nata a Potenza, è stata nominata prefetto di Venezia e un anno dopo è diventata "soggetto attuatore per l'espletamento di tutte le attività necessarie per l'individuazione, l'allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto". In questo si legge uno dei motivi, tra le righe, del perché si è voluto scegliere il suo profilo per il dicastero dell'Interno.
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Defininita da alcuni "alfaniana di ferro", è stata prefetto di Milano tra il 2017 e il 2018 Il nuovo ministro dell'Interno del governo Conte-bis è Luciana Lamorgese, originaria della Basilicata, laureata in Giurisprudenza, avvocato, ex prefetto di Venezia dal 2010 al 2012 e di Milano dal febbraio 2017 all'ottobre 2018; nel novembre del 2018 viene poi nominata Consigliere di Stato. Come si legge nella sua pagina istituzionale: "Dal 2008 assume l'incarico di Vice Capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno, fino alla nomina a Prefetto di Venezia nel gennaio del 2010. Contemporaneamente, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri è nominata anche Commissario per la gestione dell'emergenza profughi e dei nomadi per la Regione Veneto. Dal gennaio 2012 svolge le funzioni di Capo del Dipartimento per le politiche del personale dell'Amministrazione Civile e per le risorse strumentali e finanziarie". La svolta avviene poi nel giugno del 2013 quando l'ex ministro dell'Interno Angelino Alfano la nomina Capo di Gabinetto del Ministero dell'Interno (posizione che ricopre fino al 2017) proprio in piena emergenza sbarchi (42mila nel 2013, 170mila nel 2014, 154mila nel 2015, 181mila nel 2016).
Per il tema immigrazione passa però anche una delle poche incomprensioni che Lamorgese ha con il sindaco Sala, il quale nel maggio del 2017 lamenta di non essere nemmeno stato avvisato del primo maxi blitz in Stazione Centrale, operazione decisa dal questore in accordo con la prefetta. Per il resto il rapporto con il sindaco pare spesso in sintonia, come quando due anni fa Lamorgese vieta l'esposizione di simboli nazifascisti durante la parata per il 25 aprile dei militanti di destra al Campo X del cimitero Maggiore, dove sono sepolti i caduti della repubblica di Salò. E qualche giorno dopo denuncia coloro che si sono esibiti in un saluto romano. Il tema del nazifascismo torna l'anno scorso, quando nel lasciare Milano ricorda tra le esperienze più significative il convengo sugli ottanta anni delle leggi razziali con la senatrice a vita Liliana Segre, oltre che la visita in città di Papa Francesco. Tra le azioni più impegnative svolte mette invece gli sgomberi degli stabili occupati. Viene in seguito nominata consigliere di Stato.
Tra gli altri Beppe Sala, sindaco di Milano: "Scelta positiva perché ci vuole qualcuno che capisca bene la città e le ragioni del nord".