Il nuovo consiglio 77 sezioni su 77 Ultimo aggiornamento: 09 giugno 2014 ore 01:07 Quando il risultato è ufficiale, la riga del candidato eletto sindaco si colora di rosso Candidati a sindaco eletti consiglieri Falotico Roberto, Giannizzari Savino, Petrone Luigi, Cannizzaro Michele Primo turno 25 maggio 2014 Ultimo aggiornamento: 27 maggio 2014 ore 03:36 AL BALLOTTAGGIO Candidati Voti% Partiti Seggi Luigi Petrone 20. 313 47, 82 Partito Democratico Lista Civica - Insieme si Cambia Partito Socialista Italiano (Psi) - Altri Centro Democratico Scelta civica Popolari uniti Socialisti uniti Sel + Prc 8. 799 5. 045 2. 680 2. 233 1. 363 1. 181 1. 155 850 21, 11 12, 10 6, 43 5, 35 3, 27 2, 83 2, 77 2, 04 7 4 2 2 1 1 1 - Dario De Luca 7. 132 16, 79 Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale Lista Civica - Popolari per l'Italia Lista Civica - per la Città 2. 519 1. 400 1. 370 6, 04 3, 36 3, 28 2 1 1 Roberto Falotico 6. 186 14, 56 Lista Civica - Potenza Condivisa Realtà Italia Lista Civica - Movimento Nuova Repubblica Basilicata Italia dei Valori 2.
Dopo le vittorie in Abruzzo e Sardegna, il centrodestra si prepara a conquistare anche l' unica "regione rossa" del Meridione? Elezioni Basilicata 2019: centrosinistra indebolito Sono 537mila circa gli elettori chiamati alle urne in Basilicata per questa tornata di amministrative che poi sarà anche l'ultimo test elettorale prima del voto per l'Europarlamento del 26 maggio. La Basilicata è l'unica regione del Sud a essere sempre stata governata da maggioranze di centrosinistra. Le ultime due, però, sono cadute a causa di alcune inchieste della magistratura. Il Presidente uscente Marcello Pittella fino allo scorso settembre era agli arresti domiciliari accusato di falso e abuso d'ufficio nel quadro di uno scandalo sulla sanità locale. Secondo alcuni avrebbe comunque provato a farsi ricandidare dalla coalizione che comprende Pd e LeU; la scelta è poi caduta su Carlo Trerotola (nonostante la sua famiglia vanti una lunga appartenenza al Movimento Sociale Italiano). Da segnalare che a sostenerlo, come alla tornata precedente, non ci saranno Sinistra Italiana e altre liste di sinistra che presentano Valerio Tramutoli.
La crescita è stata di 6 punti rispetto alle regionali del novembre 2013 quando si era fermata al 47, 6%. In quell'occasione si votava in due giorni: domenica e lunedì. Alle politiche del 4 marzo 2018 l'affluenza era stata del 71%. I risultati in Basilicata sono test nazionale Il voto lucano è un importante test nazionale, l'ultimo prima delle elezioni europee del 26 maggio. Il centrodestra, se le proiezioni saranno confermate, avrà ottenuto il sesto successo consecutivo, dal 4 marzo 2018, dopo Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Abruzzo e Sardegna. Il centrosinistra incasserebbe invece la prima sconfitta dopo l'elezione alla segreteria di Nicola Zingaretti, che ha chiuso la campagna elettorale a Matera, in una piazza affollata. Il Pd d'altra parte sconta innanzitutto il trauma del fallimento dell'ultimo presidente, Marcello Pittella, travolto dalle inchieste sulla sanità e rimasto in lizza per una candidatura fino poche settimane fa. Quanto ai Cinquestelle, il risultato è un crollo rispetto al 44 per cento ottenuto alle elezioni politiche di marzo.
Lontanissimo dai primi due schieramenti è il candidato del Movimento 5 Stelle, Antonio Mattia, che si fermerebbe tra il 12 e il 16 per cento. Quarto il candidato di Basilicata Possibile, Valerio Tramutoli. Un risultato, quello della Basilicata, che confermerebbe gli ultimi trend, con un centrosinistra in netta risalita nei consensi e che avrebbe ormai superato il Movimento 5 stelle, sempre più in caduta libera. Prima forza politica, invece, il centrodestra: Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Questi i primi dati sulle liste: in testa c'è la Lega, primo partito, tra il 16, 5 e il 20, 5 per cento, seguito dal Movimento 5 Stelle, tra il 12 e il 16% per cento, e Forza Italia, tra l'11 e il 15 per cento. Il Pd si attesterebbe invece tra l'8 e il 12 per cento, mentre Avanti Basilicata (centrosinistra) ottiene tra il 6 e il 10 per cento. Più dietro Fratelli d'Italia tra il 5 e l'8 per cento. Aggiornamento ore 00. 16 Primo il centrodestra, con Bardi, al 41, 4 per cento. Centrosinistra, con Trerotola, al 33, 9 per cento.
Cosimo Martemucci / AGF Vito Bardi e Matteo Salvini I 5 stelle battono sul tasto della loro corsa solitaria che rende praticamente ineluttabile la sconfitta nel confronto con due coalizioni, anche se, al netto del dato di primo partito nella regione, comincia a farsi strada la necessità di quella riorganizzazione sul territorio non solo auspicata ma già messa in cantiere da Luigi Di Maio proprio per arginare la flessione costantemente registrata alle amministrative, in netta controtendenza rispetto alle Politiche. Il Pd, attraverso Marina Sereni, fa notare che "il voto in Basilicata ribadisce, con il crollo del M5s, il riproporsi di un nuovo bipolarismo, con un centrodestra guidato dalla Lega di Salvini ed un centrosinistra che conferma la sua netta ripresa rispetto alle elezioni politiche dello scorso anno". La coordinatrice enti locali dem osserva ancora che "a pochi giorni dal voto in Basilicata c'erano 4 candidati e sembrava impossibile, di fronte alle difficili condizioni venutesi a creare, per noi recuperare.
I sondaggi danno in realtà Lega e M5S molto più forti sul piano nazionale. Le elezioni e le reazioni di Lega e M5S Il Messaggero racconta in un retroscena come ha preso il M5S i risultati delle elezioni in Basilicata: «Reggiamo almeno al 20 per cento o è disastro completo? ». «Disastro completo», è la risposta. In una regione in cui, alle ultime politiche, M5s aveva conquistato tutti i collegi uninominali e preso il 44, 4 per cento, a Matera il 51 e altrove anche di più. Molto del successo del 4 marzo fu dovuto a Salvatore Caiata, presidente del Potenza Calcio eletto trionfalmente alla Camera, ma ora – cacciato da M5S e passato al gruppo Misto – tifa per Salvini e fa votare una candidata della Lega. Il trasformismo sudista è sempre uguale. E Di Maio, sotto choc, ora si trova di fronte a questa valanga che sale da una regione piccola ma simbolica che è stata, come le altre regioni meridionali, l'epicentro della voglia di cambiamento della parte d'Italia più dimenticata d'Italia. Quaggiù il sogno grillino doveva compensare la povertà più desolante, un reddito medio pro capite inferiore di 5mila euro alla media nazionale e di 10 mila e una disoccupazione con picchi del 50 per cento, per non dire dello spopolamento.