I tempi si sono allungati e Cambria non è più riuscita a garantire il pagamento regolare degli stipendi mettendo in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie. I sindacati hanno chiesto l'intervento del ministero dello Sviluppo economico che ha convocato le parti dove la posizione di Cambria è stata poco chiara. Sono arrivate infatti poche rassicurazioni circa la garanzia di tutti i livelli occupazionali e sull'affitto dell'intero complesso aziendale che rischia così di essere spezzettato mettendo in allarme sindacati e lavoratori. I sindacati hanno chiesto quindi al Mise di mantenere aperto il tavolo ministeriale per potere garantire il monitoraggio sulla situazione aziendale e i suoi sviluppi. © Riproduzione riservata
4) Ultima, ma non per importanza, la considerazione che i dirigenti hanno dei propi dipendenti i quali sono costretti a lavorare in condizioni cosi disagiate. Ridurre
Nel frattempo la società ha informato di essere in trattativa per affittare l'intero complesso aziendale con una società che gestisce catene alimentari in master franchising per Sma nella regione Puglia. I tempi si sono allungati e Cambria non è più riuscita a garantire il pagamento regolare degli stipendi mettendo in ginocchio i lavoratori e le loro famiglie. I sindacati hanno chiesto l'intervento del ministero dello Sviluppo economico che ha convocato le parti dove la posizione di Cambria è stata poco chiara. Sono arrivate infatti poche rassicurazioni circa la garanzia di tutti i livelli occupazionali e sull'affitto dell'intero complesso aziendale che rischia così di essere spezzettato mettendo in allarme sindacati e lavoratori. I sindacati hanno chiesto quindi al Mise di mantenere aperto il tavolo ministeriale per potere garantire il monitoraggio sulla situazione aziendale e i suoi sviluppi. Per tentare di affrontare il problema nel breve periodo, la società ha chiesto l'accesso alla cassa integrazione straordinaria e il 15 gennaio a Roma è stato firmato l'accordo.
L'azienda però senza alcuna informazione ai sindacati ha inviato ad alcuni lavoratori in alcuni punti vendita dei verbali di conciliazione, da firmare perentoriamente entro pochi giorni, dove era prevista la rinuncia da parte dei lavoratori, in caso di eventuale cessione, all'obbligazione solidale del cessionario e la rinuncia ad alcuni diritti acquisiti quali ad esempio gli scatti di anzianità. "Quanto accaduto mette in allarme i lavoratori – dice Flauto della Uiltucs - anche perché non c'è chiarezza sull'eventuale acquirente. Nessuna conciliazione può essere sottoposta ai lavoratori con queste modalità. La legge prevede che in caso di cessione si deve espletare la procedura ai sensi della legge 428/90 ed è in quella sede che vanno discussi e affrontati i termini e le modalità del trasferimento dei lavoratori ad altra azienda. La Uiltucs non si è mai sottratta al confronto ma tutto si deve realizzare all insegna della trasparenza e della chiarezza ed i lavoratori tramite i loro rappresentanti sindacali devono essere coinvolti al tavolo del confronto per affrontare tutti insieme questa delicata vertenza".