Suo figlio Michael, avuto nel 1944 con l'attrice britannica Diana Dill, è stato un attore altrettanto famoso, vincitore di due premi Oscar.
E' Ulisse nel '54 per Camerini con una doppia Mangano (Circe e Penelope), primi tempi della Hollywood sul Tevere; e poi Spartacus (fu l'unico a girare con Kubrick due coraggiosi capolavori), che interpretò, produsse e protesse dagli attacchi isterici della Hollywood della caccia alle streghe, difendendo la sceneggiatura di Dalton Trumbo, nome della "black list" in odor di comunismo, ma licenziando Anthony Mann, che aveva iniziato le riprese. Ha parlato di cinema, col cinema, in compagnia del suo regista di fiducia Minnelli, che lo colorò con le migliori tinte del melodramma «fiction to fiction» nel «Bruto e la bella» e in «Due settimane in un'altra città», dove è un attore sul viale del tramonto a Roma. Kirk Douglas, quello che (forse) non sapete sul divo morto a 103 anni Curioso e positivo Il cinema in realtà lo scoprì col marchio Paramount e su raccomandazione di Lauren Bacall in un ottimo giallo-melò con Barbara Stanwyck «Lo strano amore di Martha Ivers», Hollywood nera del '46. Segue una carriera che, senza soste, affronta tutti i generi, in prevalenza l'azione, scegliendo spesso il cinismo dell'uomo senza scrupoli, ma anche la commedia («Lettera a tre mogli» di Mankiewicz, '49), la biografia d'arte («Brama di vivere») e quella jazz («Chimere» di Curtiz su Bix Beiderbeck con la Bacall e Doris Day), il film da corsa («Destino sull'asfalto»); il dramma dell'ispettore fanatico in («Pietà per i giusti» di Wyler) del maggiore americano che nella «Città spietata» fa assolvere quattro reclute accusate di stupro.
Il grande campione, del 1949, in cui interpretava un pugile, lo rese molto famoso e stimato, garantendogli un sacco di ruoli importanti nei due successivi decenni. Tra i più importanti ci furono L'asso nella manica di Billy Wilder, del 1951, e Il bruto e la bella di Vincente Minnelli, del 1952, dopo i quali inaugurò la sua collaborazione con Stanley Kubrick in Orizzonti di gloria del 1957, in cui interpretò la memorabile parte di un colonnello francese della Prima guerra mondiale impegnato a difendere tre suoi uomini dalla corte marziale. Pochi anni dopo recitò nel ruolo di Spartaco, capo della rivoluzione degli schiavi nel I secolo a. C. in Spartacus, sempre di Kubrick. Furono i suoi due ruoli più importanti, a cui fece però seguire tanti altri film, dai western come Sfida all'Ok Corral ai film di avventura come 20. 000 leghe sotto i mari. Recitò ancora con una certa frequenza per tutti gli anni Sessanta e Settanta, pur senza ottenere la fama e i riconoscimenti dei decenni precedenti.
Un pensiero su "Kirk Douglas muore a 103 anni" Peccato, sì. Ci ero affezionato persino io. Sapevate che Kirk Douglas era un nome d'arte? Issur Danielovitch nella vita. Ebreo russo, sì. Accedi per rispondere Lascia un commento Devi essere connesso per inviare un commento.
L'ultimo film, a quasi 60 anni dal primo, è stato "Illusion", del 2004, nei panni di un regista in punto di morte corroso dai sensi di colpa. Tre nomination all' Oscar, ma ha vinto la statuetta solo nel '96 come premio alla carriera, oltre a un Golden Globe come migliore attore, nel '57, per "Brama di vivere" e un altro alla carriera. Doppiato in Italia da voci storiche come Paolo Stoppa, Gigi Proietti, Arnoldo Foà e Nando Gazzolo, Douglas nella vita privata si era sposato due volte. Dal primo matrimonio, con l'attrice inglese Diana Dill, ha avuto due figli, tra cui l'attore Michael Douglas, che vincerà due oscar. "È con tremenda tristezza - ha scritto il figlio, nel dare notizia - che mio fratello e io annunciamo che Kirk Douglas ci ha lasciati oggi all'età di 103 anni". "Per il mondo - ha aggiunto l'attore e produttore - è stato una leggenda, un attore dell'età d'oro, come essere umano una persona che ha creduto nella giustizia e ha ispirato tutti noi". A ricordo della vita centenaria di Kirk, resterà la stella con il suo nome sulla Hollywood Walk of Fame, al numero 6263 di Hollywood Boulevard.
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