Messi così, i quattro generali di Corpo d'Armata tra i quali scegliere il successore di Danilo Errico appaiono tutti meritevoli di raggiungere la quarta stella da capo di stato maggiore dell'Esercito. Peccato che ci sia il trucco. Messo a punto da Claudio Graziano-Badoglio, grazie alla sempre servizievole ministra Roberta Pinotti. Procediamo con ordine. Il 16 ottobre scorso, resosi ormai conto che il Senato non avrebbe più fatto in tempo a varare la profonda riforma della Difesa prevista nel Libro Bianco e nel disegno di legge attuativo, Graziano-Badoglio riesce a far passare un decreto legislativo (il n. 158) che ridetermina in tre anni la durata delle cariche di vertice. Compresa, appunto, quella di capo di stato maggiore dell'Esercito. Con l'occasione (per non scontentare nessuno) si è inserita la norma proroghe dei capi delle anche il Comandante Generale della Guardia di Finanza. Terminata l'era Renzi per Giorgio Toschi il rinnovo del mandato non era affatto scontato. In barba alle solenni promesse al Parlamento, ma coerentemente con la propria fama, la Pinotti – alias Pinocchia – ha inserito nel decreto fiscale la norma tanto cara ai capi militari e della Finanza stralciandola dal decreto attuativo relativo al Libro Bianco che lei stessa si era impegnata a fare esaminare alle Camere nella sua interezza.
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