Rispetto al passato, inoltre, si osserva un'evoluzione verso i tratti tipici della dipendenza rispetto alla semplice iperfagia – l'eccessivo consumo di cibo – e all'alimentazione sregolata. Circa il 40% dei pazienti obesi medio-gravi sono mangiatori compulsivi, quindi quasi la metà di questi soggetti non sono grassi solo perché esagerano a tavola, ma in quanto colpiti da una particolare forma di assuefazione, che porta alle abbuffate frequenti e all'aumento di peso. Quali sono i soggetti più colpiti? Le persone meno formate e meno istruite sono più esposte a questo rischio. I casi epidemiologici e gli studi scientifici, infatti, dimostrano chiaramente l'esistenza di un gradiente socio-culturale. Come puntualizza Mendolicchio, dove questo livello è più basso aumenta la propensione ai disordini alimentari, a partire dall'obesità. Potrà sembrare un paradosso, ma questa condizione riguarda maggiormente il Mezzogiorno d'Italia, un insieme di territori che vanta una qualità eccellente dei cibi e dove dovrebbe essere più forte la cultura popolare orientata sulla dieta mediterranea.
Mentre disturbi alimentari come la bulimia e l'anoressia sono ben noti al pubblico, la dipendenza da cibo è ancora poco esplorata, seppur diffusa tra la popolazione. Possiamo dire che un soggetto è affetto da questa dipendenza quando: Il soggetto desidera il cibo in maniera continua e intensa, ma durante il pasto in sé quella gratificazione e quel desiderio scompaiono, lasciando spesso e volentieri spazio al cattivo umore e alla depressione, oltre alla sensazione di sonnolenza Il soggetto pensa costantemente che il cibo sia l'aspetto più gratificante della sua vita ma, allo stesso tempo, si trova a pensare di eliminare il pensiero ossessivo del cibo. In questo modo si creano delle dissonanze che rischiano di condurre all'idea che l'unico modo di sfuggire al cibo sia quello di abbuffarsi e di mangiare in libertà. Cause Le cause che portano all'alimentazione incontrollata possono essere molteplici; il supporto terapeutico è estremamente prezioso per individuarle. In generale, possiamo dire che nella stragrande maggioranza dei casi, la problematica è di natura psicologica.
L'esperienza clinica, tuttavia, ne evidenzia un aumento generale, con bulimia e binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata) che si collegano maggiormente al problema della dipendenza da cibo. Non vanno però trascurate altre condizioni, tra le quali l' ortoressia, l'ossessione per il mangiare sano, socialmente più accettata in un momento storico dove si valorizza l'alimentazione "corretta". Ad ogni modo, il problema della dipendenza da cibo è molto ampio e rilevante. L' allerta sull'obesità nei Paesi occidentali, peraltro, è stata riconosciuta da tempo dall'Organizzazione mondiale della sanità, anche rispetto alle risorse da impiegare per la salute pubblica. L'impatto, infatti, è davvero ingente anche in termini di costi sanitari. Considerando tutte le ripercussioni sulla salute, quindi, un adolescente che oggi è obeso probabilmente da adulto graverà molto sul sistema sanitario. L'intervistato ricorda che spesso sono proprio i genitori a chiedere aiuto, perché hanno figli di 7-8 anni gravemente in sovrappeso, nonostante i pediatri siano allertati sul tema e propongano continuamente interventi educativi familiari per arginare il fenomeno, attività che non sempre risultano efficaci.