PARIGI - "Ricostruiremo Notre-Dame in cinque anni, l'ho promesso. Faremo di tutto per rispettare questa scadenza". Un anno dopo l'incendio che ha devastato la cattedrale di Parigi, Emmanuel Macron ha registrato un breve video nel quale ringrazia "tutti quelli che ieri l'hanno salvata e quelli che oggi la ricostruiscono". Secondo Macron, il restauro di Notre-Dame è un "simbolo della resilienza", tanto più prezioso nell'attuale crisi. Stasera, giorno del primo anniversario del rogo, la grossa campana "Emmanuel" della torre sud suonerà per commemorare l'inizio dell'incendio, ma anche in coincidenza con l'orario che i francesi dedicano agli applausi alle finestre per rendere omaggio al personale medico. in riproduzione.... L' emergenza sanitaria e il confinamento hanno bloccato il "cantiere del secolo". Dal 16 marzo tutto si è fermato, gli oltre duecento operai sono a casa in attesa di capire quando sarà possibile ricominciare. "Già nelle prossime settimane", annuncia il generale Jean-Louis Georgelin, commissario straordinario per i lavori, in vista della fine del lockdown l'11 maggio.
"Ho 68 anni e spero di poter riprendere la vita liturgica dentro alla cattedrale prima della pensione che per fortuna nella Chiesa è a 75 anni". Per ritrovare Notre-Dame nella sua magnificenza, con la nuova guglia, Chauvet è convinto che ci potrebbero volere anche quindici anni. Intanto, la buona notizia è che il cantiere ha un immenso tesoretto, frutto del record di donazioni dell'anno scorso. Il calcolo finale è di 901, 5 milioni di euro, di cui 188, 3 milioni già stanziati. I principali donatori sono grandi gruppi francesi: Lvmh, Kering e L'Oréal. rep Bisognerà aspettare anche per sapere le cause dell'incendio. L'inchiesta della polizia scientifica sull'incendio di Notre-Dame ha confermato la tesi dell'incidente. Non sono state trovate tracce di carburanti né altri elementi che possano far pensare al gesto di un piromane. Continua l'analisi dei reperti trovati nel monumento in parte distrutto. Decisivi saranno anche gli elementi dell'impalcatura smontata. Le due ipotesi degli investigatori continuano a essere un corto-circuito e qualche negligenza da parte delle imprese intorno alla guglia.
Il cantiere ha già subito pause e ritardi. Dopo 12 mesi non è ancora finita la messa in sicurezza della cattedrale, e della ricostruzione si comincerà a parlare - se tutto va bene - l'anno prossimo. Il primo stop era arrivato a luglio quando il Prefetto aveva ordinato la sospensione per il rischio di contaminazione da piombo. La guglia ottocentesca che si è fusa nell'incendio ha rilasciato trecento tonnellate di piombo nell'area. A metà agosto il cantiere ha riaperto con procedure di sicurezza molto più rigide. E una burocrazia che ha rallentato i bandi per affrontare il problema più grosso di questa fase: smantellare la gigantesca impalcatura montata per il restauro della guglia, da dove è partito l'incendio. Oltre 40mila tubi che si sono fusi nelle fiamme e bisognerà rimuoverli con precauzione per non provocare ulteriori danni sulla struttura del monumento. Finalmente a dicembre è arrivata la gigantesca gru, alta 80 metri: servirà alla delicata missione che doveva cominciare proprio quando è arrivato il coronavirus.
in ritardo Non si è ancora riusciti ad eliminare in sicurezza i ponteggi che erano presenti prima dell'incendio dell'aprile scorso. E per la prima volta da 200 anni, questo Natale non è stato possibile officiare messa nella chiesa simbolo di Parigi Notre Dame, riprendono lavori di messa in sicurezza dopo il rogo Non si è ancora riusciti ad eliminare in sicurezza i ponteggi che erano presenti prima dell'incendio dell'aprile scorso. E per la prima volta da 200 anni, questo Natale non è stato possibile officiare messa nella chiesa simbolo di Parigi 2' di lettura Uno dei simboli dell'Europa, la cattedrale parigina di Notre Dame, potrebbe essere persa per sempre. A dirlo è lo stesso rettore della cattedrale, monsignor Patrick Chauvet: «La cattedrale non è attualmente fuori pericolo, e lo sarà solo quando riusciremo ad eliminare le impalcature rimanenti. A tutt'oggi possiamo dire che c'è forse il 50% delle probabilità che si riesca a salvarla, ma c'è anche il 50% di probabilità che le impalcature collassino sulle tre volte, e quindi la struttura è ancora molto fragile».
"Notre-Dame è un po' l'immagine di tante persone che soffrono in questo momento: ferita, e con urgente bisogno di cure" ha ricordato a Repubblica il rettore della cattedrale, Patrick Chauvet. Insieme all'arcivescovo di Parigi, Chauvet ha partecipato a una cerimonia dentro alla cattedrale qualche giorno fa, in occasione del Venerdì Santo. La montagna di detriti nella navata centrale è stata finalmente portata via, le opere d'arte e reliquie sono al sicuro. Ci sono ancora l'altare con il crocifisso in oro e la madonnina scoperta miracolosamente intatta dopo l'incendio. Il rettore di Notre-Dame vorrebbe sistemare una copia della Madonnina sul sagrato quando potrà finalmente essere riaperto al pubblico. Era un altro degli obiettivi di questa primavera: aprire uno spazio davanti al monumento per permettere ai pellegrini di raccogliersi in preghiera. I tempi del cantiere si calcolano invece in anni. Saranno cinque come dice Macron? Chauvet è realista. Crede al traguardo del 2024 solo per la ricostruzione di tetto e struttura.
La cattedrale, le cui prime pietre furono posate nel 1163, era in fase di ristrutturazione il 15 aprile scorso, al momento dell'incendio che ha distrutto il tetto e fatto crollare la guglia. Ed era proprio il tetto che manteneva stabile la struttura nel suo complesso; le volte sopravvissute della cattedrale sono cruciali per mantenerlo in piedi, ma sono vulnerabili. Al momento dell'incendio, circa 50. 000 tubi di ponteggio erano presenti nella parte posteriore dell'edificio, alcuni dei quali sono stati danneggiati dal fuoco. Rimuovere questi ponteggi senza causare ulteriori problemi è una delle parti più difficili dello sforzo di restauro. Notre Dame: l'incendio e la sua bellezza prima del disastro Photogallery 20 foto Visualizza Restauri al via solo nel 2021 Le impalcature vanno quindi rimosse con estrema attenzione, e questo provoca tempi lunghi prima che si possa iniziare un vero e proprio restauro. «Dobbiamo rimuovere completamente le impalcature per rendere sicuro l'edificio, quindi nel 2021 probabilmente inizieremo il restauro della cattedrale», ha infatti detto Chauvet.
«Una volta rimossi i ponteggi, dobbiamo valutare lo stato della cattedrale e la quantità di pietre da rimuovere e sostituire». Chauvet stima che ci vorranno, dalla data di rimozione dei ponteggi, altri tre anni per rendere abbastanza sicuro rientrare nella cattedrale, ma che il restauro completo richiederà ancora più tempo. Attualmente inoltre, c'è anche un'altra ragione che rende troppo pericoloso ospitare servizi religiosi all'interno di Notre Dame: l'incendio ha rilasciato tonnellate di polvere di piombo tossico. Le autorità stanno lavorando per eliminarle e valutare i relativi rischi per la salute. Un Natale senza Notre Dame Quindi, per la prima volta da 200 anni, quest'anno a Notre Dame non si è potuta celebrare la tradizionale messa di Natale. I fedeli sono dunque dovuti andare nella chiesa di Saint-Germain l'Auxerrois, ad alcune centinaia di metri di distanza, per assistere alla messa della vigilia. Alla luce di quanto detto dal rettore e da diversi esperti, appaiono quindi ottimiste le dichiarazioni che fece a suo tempo il presidente francese Emmanuel Macron, che aveva detto di voler ricostruire completamente Notre Dame entro il 2024, l'anno in cui Parigi ospiterà le Olimpiadi.