Restano escluse dalla circolazione solo le autostrade, le tangenziali, le strade extraurbane principali, le aree pedonali e i marciapiedi. E le zone dove gli enti proprietari delle strade appongono specifici cartelli: quelli con la bicicletta nel segnale di divieto, per intenderci. CONFUSIONE E DUBBI - La nuova legge parla solo di monopattini elettrici, lasciando del tutto fuori altri prodotti come Segway, Hoverboard e Monowheel, per i quali l'unico ambito possibile d'uso restano le poche zone nelle circa 20 città d'Italia dove si sta procedendo alla sperimentazione voluta dal Decreto Toninelli del 12 luglio scorso. Per il resto, questi veicoli restano utilizzabili solo su fondi privati. E LA PATENTE? - Il Decreto Toninelli la prescriveva almeno di tipo AM per i minorenni, ma d'ora in poi, essendo i monopattini equiparati alle biciclette, sembrerebbe non servire più (solo sui monopattini però! ). Sembrerebbe. E nelle aree pedonali aperte a tali veicoli, anche i monopattini dovranno adeguarsi con un limitatore di velocità che li rallenti a 6 km/h?
I monopattini elettrici oggi accedono alla strada con prestazioni comunque superiori a quelle delle biciclette. Soprattutto con una facilità d'uso (non bisogna pedalare) che ne favorirà la diffusione. Chi li guiderà non sarà chiamato a nessun tipo di formazione preventiva, non dovrà indossare un casco e potrà andare su qualunque strada, anche extraurbana. SINISTRI - È opinione diffusa fra la maggior parte degli addetti ai lavori. Non foss'altro perché con quelle ruotine piccole è veramente impensabile affrontare le buche delle nostre strade. Non a caso i tecnici dei due ministeri interessati, quello dei Trasporti e l'Interno, avevano espresso parere negativo all'emendamento. Che però è stato approvato lo stesso. E una volta che ci saranno incidenti, come ci si regolerà con questi veicoli, per i quali non c'è neanche l'assicurazione obbligatoria? Chi pagherà - ad esempio – i pedoni investiti? Una domanda che si sono posti in parecchi, visto che molte città non hanno aderito alla sperimentazione voluta dall'ex ministro Toninelli proprio per paura di contenziosi per i danni causati da tali veicoli.
Il monopattino elettrico è equiparato alla bicicletta e può circolare in città rispettando il codice della strada. È questa la mini-rivoluzione contenuta in un emendamento alla manovra 2020 di Italia Viva e approvato dalla commissione Bilancio al Senato che comincia a delineare alcune regole per le migliaia di persone in Italia che utilizzano questo tipo di mobilità elettrica. Fino ad ora l'utilizzo di hoverboard, segway, monopattino elettrico e monowheel era consentito soltanto nei comuni che avessero aderito al periodo di sperimentazione di questo tipo di mezzi con una apposita segnaletica su strade pedonali, piste ciclabili e zone con un limite massimo di 30 chilometri orari: in tutti gli altri casi, l'utilizzo era vietato a causa dell'assenza di norme che tutelassero la circolazione e l'omologazione. Un caos che ha provocato soltanto l'aumento delle multe – salatissime, con casi di sanzione fino a 6 mila euro registrati in varie parti d'Italia – e che il governo ha deciso di superare con questo emendamento che cerca di dare un regolamento ad un settore che rischia di diventare una giungla.
Ma intanto diamo un'occhiata ai punti essenziali, estrapolati dal Codice della Strada, e vediamo quali sono le regole fondamentali per il comportamento in strada di chi guida un monopattino elettrico. -Circolazione in colona. Chi va in giro con un monopattino elettrico a volte lo fa in compagnia degli amici, magari camminando fianco a fianco. Risulta essere un comportamento che il Codice della Strada vieta ai ciclisti e lo stesso divieto vale per chi va in giro in monopattino elettrico. Chi guida il monopattino non può circolare affiancato ad un altro monopattino, ma deve procedere seguendo un'unica fila. -Mani libere e appoggiate sul manubrio. Mani e braccia di chi guida un monopattino elettrico devono essere sempre libere da impacci, come potrebbe essere un sacchetto, la borsa con gli effetti personali, o, ancora peggio, un cellulare. La ragione è semplice, infatti, a parte la distrazione che comporta parlare al cellulare, almeno una mano deve stare salda sul manubrio, e l'altra deve essere sempre pronta ad intervenire.
È la novità del 2020: è considerato una bicicletta e non un ciclomotore. Ti è mai capitato di imbatterti in un monopattino elettrico che ti taglia la strada? Oppure, stai camminando lungo il marciapiedi e sei costretto a scendere perché il passaggio è sbarrato da uno di questi veicoli abbandonato, trasversalmente, in un incauto parcheggio? Come è noto, il caos stradale che si è venuto a creare in questi ultimi mesi nelle strade di alcune città italiane è la conseguenza dei nuovi sistemi di trasporto che la recente tecnologia ha permesso di introdurre mediante la combinazione di informatica, elettronica, meccanica e dell'utilizzo degli accumulatori a ioni di litio. Si tratta di "dispositivi" per la micro-mobilità a propulsione elettrica definiti anche "acceleratori di andatura" per le necessità di locomozione personale. La circolazione dei monopattini non era contemplata dal Codice della Strada, ma era stata legittimata dal decreto ministeriale dello scorso giugno 2019 come misura sperimentale.